ONORE A VOI. Savoia d’applausi, tifosi unici Derby alla Salernitana ma i bianchi non sfigurano. Decide Tuia nella ripresa. A fine gara calciatori in lacrime con la Curva Sud ad inneggiare il proprio vessillo

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savoia-salernitana14-15Un Savoia ‘commovente’ ha tenuto testa alla corazzata Salernitana. Gli uomini di Papagni hanno messo in campo cuore e grinta al punto che gli ultras della Curva Sud, entrati in corso di ripresa, hanno chiamato a gran voce i giocatori per il ‘bianchi alè’, l’inno delle grandi vittorie. Una pagina unica che Torre Annunziata e la sua gente hanno saputo scrivere in un pomeriggio di grande delusione, a soli tre giorni dalla resa incondizionata del presidente Manca e della proprietà che hanno condannato il Savoia ad un calvario senza fine.

I TIFOSI – I gruppi organizzati si sono ritrovati fuori dal Giraud, cantando ed inneggiando i propri colori alle spalle dei distinti, in un piccolo spicchio che consente una parziale visione del terreno di gioco. All’interno dello stadio gli oltre 400 salernitani hanno tifato per i propri beniamini non senza preoccupazione, vista la bella tenuta di campo dei padroni di casa. Al 10’ della ripresa la decisione di entrare. In pochi minuti la Curva Sud ha esposto i vessilli, le bandiere ed i cori di sempre. Il primo dedicato ad Armandino, con l’immediato applauso di tutto lo stadio, compreso lo spicchio granata. Ognuno ha pensato a ‘se stesso’ come è giusto che fosse e dalla Sud si è alzato al cielo il grido ‘Torre Annunziata & Benevento’. Non sono mancati cori di dileggio nei confronti di Manca. Al triplice fischio la bellissima scena del ‘bianchi alè’.

LA GABBIAPapagni schiera il 3-5-2 che aveva già opposto al Benevento. A sorpresa gioca D’Appolonia nel duo offensivo, al fianco di Leonetti capitan Scarpa agisce da interno sinistro di centrocampo. La Salernitana soffre il modulo avversario, la gabbia in mediana rende la vita difficile agli uomini di Menichini. Non a caso nel giro di pochi minuti Trevisan e Pestrin finiscono sul taccuino del direttore di gara (entrambi salteranno il big match di sabato prossimo contro il Benevento).

LA PARTITA – Dopo la consegna della maglia autografata dai calciatori del Savoia ai genitori del piccolo Armandino De Sio, inizia la gara. Partono bene i padroni di casa. Al 10’ D’Appolonia in contropiede cade in area, per l’arbitro è simulazione. Un minuto dopo gran tiro di Mendicino, Gragnaniello si distende e devia. Al 16’ è ancora il numero uno del Savoia sugli scudi: cross di Calil, colpo di testa ravvicinato di Mendicino e Gragnaniello d’istinto respinge. E’ il miglior momento dei granata che al 22’ sfiorano il vantaggio con un colpo di testa di Favasuli che tutto solo nel cuore dell’area mette a lato. Non ci sono altre particolari emozioni nel corso della prima frazione. Il Savoia cresce negli ultimi minuti e torna a gestire bene il campo nonostante il quotatissimo avversario.

PROTESTE SAVOIA – Nei secondi quarantacinque minuti i bianchi tentano di sorprendere i granata. Al 48’ D’Appolonia raccoglie un cross da punizione di Pizzutelli e di testa sfiora di un niente il palo. Al 55’ entrano in tifosi in Curva ed un minuto dopo l’episodio più discusso. Scarpa è lanciato verso la porta avversaria, al limite viene murato da Bocchetti, ultimo difensore. Punizione ed espulsione? Macchè! Il direttore di gara cambia le regole ed ammonisce per simulazione il capitano (salterà il match di sabato contro il Foggia). La gara si innervosisce, ad ogni fallo si accendono capannelli, l’arbitro stenta a controllare la partita.

TUIA ENTRA E SEGNA – Al 74’ l’azione decisiva. Tuia, entrato quattro minuti prima, raccoglie in piena area di rigore un cross dalla sinistra di Mendicino: conclusione imparabile alle spalle di Gragnaniello. E’ il gol che decide il match. Papagni le tenta tutte e schiera un Savoia a trazione anteriore. Entrano Partipilo e Ferrante, si passa ad un attacco a 3 punte. Ma ormai la partita è andata. I granata, miglior difesa del torneo, chiudono tutti gli spazi e non lasciano più palla ai bianchi. Il derby si chiude dopo 3’ di recupero.

QUANTA RABBIA – Ammirare il cuore e l’anima di questi ragazzi fa venire i brividi. Oggi, pur sapendo che il destino lascia poco spazio alle speranze, Scarpa e compagni hanno tenuto testa alla corazzata di Lotito, così come avevano fatto qualche settimana fa a Benevento. Il campionato sta dimostrando di non essere chiuso. Ischia (6-0 a Foggia), Messina (0-3 con la Juve Stabia) e Reggina (2-3 contro il Matera) evidenziano tutta la propria mediocrità. Quanta rabbia!

(Giovanni Caracciolo)





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