Lega Pro e terzo fallimento

La stagione 2014/15 segna il ritorno del Savoia tra i professionisti dopo 13 anni di dilettantismo. E’ Lega Pro. Il Savoia torna ad affrontare squadre di blasone, ci sono Salernitana, Benevento, Lecce, Foggia, Catanzaro, Juve Stabia e Casertana solo per citarne qualcuna, è un campionato davvero intrigante. L’entusiasmo è alle stelle ma ben presto il sogno si trasforma in incubo. Il primo campanello d’allarme scatta quando la società riceve l’ok per l’iscrizione all’ultimo momento causa l’indisponibilità del Giraud. Il Prefetto di Salerno (trasferitosi poi a Napoli) nega l’utilizzo del ‘Torre’ di Pagani come struttura alternativa (al Giraud manca l’impianto di videosorveglianza obbligatorio in terza serie). I bianchi rischiano di non essere iscritti. Il sindaco Starita si reca personalmente alla Questura di Napoli con il diggì Maglione è la situazione si rasserena: il Savoia parteciperà al campionato con i lavori al Giraud che maglionevengono ultimati in tempi record. Sul fronte tecnico la squadra allestita da Maglione non convince. Emblema del ‘fallimento’ tecnico è Giacomo Cipriani al quale vienecipriani fatto sottoscrivere un contratto faraonico, a dispetto della tanto sbandierata attenzione sui conti operata dal direttore generale. Pochi scampoli di gara per l’ex punta del Bologna, un solo gol. Sul campo il Savoia stenta, si succedono due allenatori nel giro di tre mesi: prima Bucaro (esonerato dopo la sconfitta interna con il Martina Franca 1-2), poi Ugolotti (la sua avventura termina all’ultima di andata con la sciagurata sconfitta di Messina per 3-0), ma i risultati non arrivano. La piazza rumoreggia, i problemi economici emergono. Quirico Manca, presidente del Consorzio Segesta proprietario delle quote della società sportiva, a fine 2015 tenta la svolta sostituendo Maglione con Piantoni nel ruolo di amministratore unico e carruezzo2delegando il delicato ruolo di direttore generale ad una grande bandiera del passato: Eupremio Carruezzo. L’ex bomber stravolge la squadra, vanno via molti dei calciatori dagli ingaggi elevatissimi, arrivano giovani promesse ‘scuola’ Bari (Leonetti, Pizzutelli, Partipilo, Vosnakidis). L’intento è quello di ridurre la pesante gestione precedente e ridare linfa alle speranze salvezza. papagniSulla panchina l’esperto Aldo Papagni, finalmente un allenatore di spessore. Ma non cambierà nulla, anzi il tunnel della crisi ben presto si trasformerà in un buco nero senza uscita con la proprietà che alzerà bandiera bianca a febbraio dichiarando, di fatto, lo stato di insolvenza. Gragnaniello, Scarpa e compagni, nonostante la mancata corresponsione degli stipendi, continuano a giocare. Ad inizio maggio Piantoni consegna i libri contabili in tribunale dando il via al terzo fallimento nel giro di 15 anni. Uno mancaschiaffo per l’intera città che individua in Manca e Maglione i protagonisti in negativo dell’intera vicenda. Come se non bastasse il Prefetto di Napoli, Pantalone ‘chiude’ il Giraud per le ultime decisive gare. Contro Matera, Juve Stabia, Lupa Roma e Messina si gioca a porte chiuse. Sul campo il Savoia riesce a conquistare i play out grazie alla vittoria nell’ultima di campionato con il Messina per 2-1. Ma la ‘giustizia sportiva’ restituisce i punti precedentemente sottratti alla Reggina, decretando a campionato finito ed a quattro giorni dagli spareggi salvezza, la retrocessione diretta dei bianchi che si ritrovano ultimi in graduatoria a 28 punti, determinati anche dalle penalizzazioni subite per i mancati versamenti dei contributi, delle tasse e degli stipendi. Ancora una volta dalla gloria di un anno prima, si passa alla polvere della stagione successiva. Il calcio a Torre rischia di sparire.





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