ADDIO DIEGO. Na finta ‘e Maradona squaglia ‘o sanghe dint ‘e vene Ricordiamo il più grande calciatore di tutti i tempi con gli aneddoti più belli di un vero genio del calcio. In Argentina 3 giorni di lutto nazionale, a Napoli si piange l’uomo che ha riscattato l’orgoglio di un intero popolo

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maradona4Na finta ‘e Maradona squaglia ‘o sanghe dint ‘e vene”. E’ una delle frasi cult del film ‘Così parlò Bellavista’ di Luciano De Crescenzo, ed è con queste parole che introduciamo il nostro ricordo di Diego Armando Maradona, il più grande calciatore di tutti i tempi. Nato nel 1960 in un sobborgo di Buenos Aires, Maradona è scomparso quest’oggi a 60 anni. Un dolore che ha colpito tutti ed in particolare il popolo argentino e quello napoletano che ha eletto Diego a ‘Re di Napoli’. Con le sue magìe, Maradona fu capace di riscattare l’antica Parthenope regalandole i primi, ed al momento unici, scudetti della sua storia e la Coppa Uefa. In Argentina indetti tre giorni di lutto Nazionale, a Napoli è lutto cittadino.

Quanti aneddoti potremmo ricordare del genio del calcio mondiale, da ‘la mano de Dios’ per la marcatura all’Inghilterra nei Mondiali, poi vinti, del 1986, al gol votato come il più bello della storia del calcio realizzato nella stessa partita dopo una serpentina tra i giocatori avversari saltati come birilli, fino a deporre la palla in rete superando il mitico Shilton. Ma come dimenticare il gol alla Juventus al suo primo anno di Napoli, con un magico calcio di punizione in piena area di rigore, in un San Paolo stracolmo, le sue meravigliose reti da centrocampo con Lazio e Verona, le punizioni esemplari, le perle contro Bayern Monaco e Stoccarda nella Coppa Uefa 1989. Rispettato da compagni di squadra ed avversari, adulato dai propri tifosi, temuto da quelli delle altre squadre.

Maradona ha rappresentato il calcio col suo volto più bello, quello della fantasia, dello spettacolo, dell’imprevedibilità, il 10 per eccellenza, al punto che il Napoli ha ritirato quel numero di maglia per rispetto a Diego. Purtroppo oggi il suo cuore ha ceduto e lo ha portato via, ma il suo ricordo resterà indelebile negli anni perché la sua figura, al momento, è inarrivabile.

Noi l’abbiamo voluto ricordare così, senza far cenno alle sue debolezze che purtroppo lo hanno accompagnato come diavoli, perché il vero Pibe de Oro è quello generoso, geniale, unico, quel ragazzino che intervistato, in bianco e nero, da piccolo, sognava di vincere il Mondiale e c’è riuscito.

Chapeau Diego!

(Rodolfo Nastro)





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