DOSSIER GIRAUD. La storia infinita di uno stadio incompleto Venti anni di cattiva gestione. Oltre 5 milioni di euro di interventi ma ad oggi la struttura risulta ancora non a norma. Da impianto modello a problema per la Lega Pro. Ascione promette nuovi lavori per un milione e mezzo. I tifosi scendono in campo per vigilare

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stadio5La storia dello stadio Giraud, palcoscenico degli incontri del Savoia, è l’emblema di anni di immobilismo e cattiva gestione della cosa pubblica che ne ha determinato diversi interventi, nessuno dei quali risolutivi. In questo nostro ‘dossier’ ripercorriamo gli ultimi 21 anni della principale struttura sportiva cittadina con tante ombre e poche luci.

LA NASCITA – Lo stadio comunale viene inaugurato il 25 gennaio 1962 dopo circa un decennio di progetti e lavori. Solo vent’anni dopo la struttura sarà intitolata ad Alfredo Giraud, padre di Raffaele, Michele e Giovanni, osannati campionati dei gloriosi anni dei biancoscudati. Alfredo era anche il vicepresidente del Savoia vicecampione d’Italia nel 1924. Lo stadio aveva soltanto il settore distinti con un piccolo spicchio per gli ospiti, mancavano tribuna e curva.

LA RICOSTRUZIONE – Negli ultimi anni del secolo scorso, durante la gestione Moxedano, la squadra, allora in C1, evidenziò l’ambizione del salto di categoria. L’allora Amministrazione comunale guidata dal sindaco Francesco Maria Cucolo (recentemente scomparso) approvò il progetto per la ricostruzione dello stadio. Il Savoia durante i lavori giocava al San Paolo di Napoli. Con la promozione in B nel giugno del 1999, fu data un’ultima accelerazione allo stadio che fu pronto per l’esordio stagionale il 15 agosto 1999 per al gara di Coppa Italia contro la Sampdoria. Il nuovo stadio costò gli allora 7 miliardi di lire e comportò la costruzione di una nuova palazzina, della Curva, di una tribuna coperta con spazio stampa, ci fu il rifacimento del settore ospiti, rimase vuoto lo spazio sotto il settore Nord. La capienza era di 12.800 spettatori.

RIDUZIONE CAPIENZA – Nel 2005 ci fu un primo intervento parziale con l’installazione di una barriera in parte dei distinti, ciò portò ad una riduzione di posto di oltre 2.000 spettatori, ulteriormente ridotti dalla commissione di vigilanza il 19 ottobre 2007 a 6451, addirittura ridotta a 5000 il 28 novembre 2008.

IL MANTO IN SINTETICO – Un nuovo intervento si registra nel 2010. Viene rimosso il manto in erba naturale per essere sostituito da un nuovo terreno di gioco in sintetico di nuova generazione. Il costo è di 700.000 euro.

LEGA PRO – Con la promozione nel 2014 il Savoia deve adeguare la struttura ai criteri imposti dalla Lega Pro guidata da Macalli. I bianchi, quali vincitori di campionato, ottengono la deroga per i lavori. In ogni caso è corsa conto il tempo per la giunta Starita che procede con l’installazione dell’impianto di videosorveglianza con postazione GOS, numerazione dei posti, sistemazione servizi igienici, tinteggiatura spogliatoi ed aree esterne, parte dei lavori sono svolti dalla società che già l’anno prima aveva sistemato il settore distinti consentendone l’apertura e l’aumento della capienza. Nessun intervento sul manto in sintetico se non una spazzolatura. L’esordio in campionato contro il Melfi si gioca a Frattamaggiore, si torna al Giraud alla terza giornata con il derby contro il Benevento.

UNIVERSIADI – Siamo arrivati al 2019. Il Savoia viene designato quale impianto di allenamento per alcune nazionali di calcio partecipanti alle Universiadi Campania 2019. I lavori, il cui progetto esecutivo è redatto dal Comune di Torre Annunziata (così come da atti pubblici), durano 5 mesi ed il costo è di euro 368.985,00 (vinto dalla ditta Giannelli di Gravina di Puglia che applica un ribasso del 35,42% rispetto al progetto iniziale del Comune che era pari ad euro 559.288,00) . I lavori, clamorosamente, non riguardano manto in sintetico (solo spazzolatura) e tribune, ma soltanto spogliatoi e sala stampa. Vengono sistemati l’impianto idrico e quello elettrico, senza però nessun intervento sulle torri faro. Vi è una nuova lavanderia, nuovi servizi igienici, e impianto di condizionamento, la palestra viene sistemata. Ciò che però non si verifica, e qui siamo ai problemi attuali, è che a fine lavori non viene rilasciata alcuna omologazione e agibilità alla struttura, adempimento di competenza del Comune come espressamente indicato nel testo definitivo dell’assegnazione ed esecuzione dei lavori come da capitolato pubblico, elemento confermato dallo stesso sindaco Ascione in recenti interventi.

IL PRESENTE – Ed eccoci ai giorni nostri, alla Giunta guidata dal sindaco Ascione, che, al momento, non ha portato a nulla di concreto. E adesso il primo cittadino ha annunciato qualche giorno fa che per metà ottobre partiranno i lavori finanziati dal Credito Sportivo, circa 1,5 milioni di euro, per ristrutturare tutto l’impianto e permettere per la stagione 2021/22 al Savoia di poter approdare tra i professionisti, magari concedendo finalmente lo stadio in gestione prima che torni a diventare dopo qualche mese una struttura fatiscente. In tal senso è necessario disporre di un cronoprogramma che permetta di seguire i lavori dal momento in cui partirà il bando alla conclusione degli stessi con conseguente omologazione e certificazioni necessarie. In tal senso i tifosi saranno vigili, noi seguiremo senza sosta l’evolversi degli eventi perché Torre Annunziata non può rischiare di perdere un altro treno.

MALAGESTIONE – E’ ovvio che da questo excursus ciò che viene agli occhi sono i milioni di denaro pubblico, oltre 5 finora,  spesi senza che se ne veda un corrispondente vantaggio sulla struttura che è carente di agibilità, concessa via via, gara per gara, dai sindaci di turno, lo stadio per il bilancio del Comune è diventato una voce in forte passività. I costi di gestione sono enormi e le casse asfittiche comunali non permettono interventi costanti. Ciò ha determinato un metodico decadimento della struttura proprio per mancanza di progettualità e salvaguardia di un bene pubblico che sarebbe dovuto essere un gioiello per la cittadinanza ed invece si è trasformato in un incubo a cielo aperto. Ed è proprio l’assenza di agibilità che non ha permesso negli anni di concedere la struttura in gestione a privati. Insomma un quadro che non lascia spazio a dubbi ma che deve far riflettere. L’incapacità, la superficialità, lo scarso interesse per il bene comune evidenzia come le colpe di tutto ciò siano politiche ed è da chi le ha create e peggiorate che va pretesa, a giusta ragione, la soluzione definitiva.

(Redazione)





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