DOPPIA PROMOZIONE. Sagramola: “Favorevole ma non praticabile” L’amministratore delegato del Palermo descrive come un incubo la pandemia che sta colpendo l’intera umanità, poi esprime il suo pensiero sulla proposta shock del Savoia: “Da dirigente dei rosanero non potrei che essere contento di questa eventuale ipotesi, da uomo di calcio credo sia poco percorribile”

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sagramola345 anni di calcio nel suo curriculum. Dalla prima categoria all’Europa, Rinaldo Sagramola (nella foto), amministratore delegato del Palermo, ha rilasciato un’intervista esclusiva a SoloSavoia.it. Una chiacchierata serena e molto interessante per affrontare il tema del momento, per parlare di futuro ed analizzare la proposta lanciata dal Savoia e raccolta da vari club di due promozioni per girone.

LA FOTOGRAFIA DEL MOMENTO – Il dott. Sagramola fa una doverosa premessa prima di affrontare il discorso calcio.

Stiamo vivendo tutti noi una situazione ai limiti della realtà, siamo stati catapultati in una sorta di incubo dal quale ci auguriamo di uscire quanto prima. Permettetemi un saluto a tutti gli addetti ai lavori ed ai tifosi ai quali va il mio pensiero. Oggi non ci sono colori, né bandiere che tengano, siamo tutti uniti per vincere la battaglia più grande per l’intera umanità”.

LA PROPOSTA DEL SAVOIA – Passiamo al campionato. Al futuro della stagione. L’interrogativo è legato all’emergenza per capire quando riprendere e se si riprenderà.

Dottor Sagramola, il Savoia ha lanciato l’ipotesi di formare un nuovo girone di serie C che si andrebbe a comporre con la promozione delle prime due classificate di ogni raggruppamento di D. Cosa ne pensa?

Ho letto ieri i vostri articoli ed ho analizzato quanto affermato dal direttore generale del Savoia. Parto dalla premessa che saranno gli organi federali a prendere la decisione definitiva in tal senso e per quanto mi sembra di capire l’indicazione è quella di terminare la stagione sul campo. Detto questo noi come società attendiamo le decisioni della Lega ma se devo entrare nel merito della proposta del Savoia lo faccio mettendomi però in due posizioni diverse. La commenterò da dirigente del Palermo e da uomo che è nel mondo del calcio da quasi mezzo secolo”.

L’ANALISI DEL DIRIGENTE – Patiamo dal pensiero del dirigente.

“E’ ovvio che questa ipotesi non può che vederci favorevoli in primis perché saremmo sicuramente in C, anche se ad oggi siamo primi e la C l’avremmo comunque conquistata, sul campo, nonostante ci siano ancora 8 gare con il Savoia che non demorde. In seconda istanza ciò che più ci aggraderebbe e che con questa ipotesi ci ritroveremmo con un girone in più nella serie superiore e ciò inesorabilmente porterebbe ad una diminuzione della qualità complessiva e per noi sarebbe più facile tentare l’immediato salto di categoria, considerando che è ovvio che il Palermo vuole tornare quanto prima più in alto possibile, dove le compete e dove ha dimostrato per anni di poterci stare con onore. Alla luce di ciò per noi questa soluzione sarebbe auspicabile, le ribadisco lo dico da dirigente del Palermo in maniera egoistica”.

L’ANALISI DELL’UOMO DI CALCIO – Passiamo alla seconda parte del pensiero di Sagramola.

“Adesso parlo da uomo di esperienza nello sport e le dico subito che vedo questa soluzione come difficile da applicare, credo possa essere l’ultimissima delle ipotesi da valutare e le spiego perché. Da tempo nei Prof si parla di ridurre il numero di squadre perchè la crisi economica pone ogni anno molti club in una posizione a dir poco deficitaria, pensare di aumentare così drasticamente il numero di società in terza serie sarebbe poco percorribile proprio per ragioni di ordine economico. Alla fine di questa pandemia non sapremo in che mondo ci troveremo, di certo si avrà un equilibrio economico precario. Molti presidenti, che poi sono imprenditori, si troveranno in seria difficoltà a causa del fermo produttivo di questi mesi ed in un contesto così difficile mi viene complicato pensare che ci siano le disponibilità economiche per spendere tanti soldi in C. Basti pensare che mentre in quarta serie i contratti hanno un massimo di 30mila euro ad atleta e fino a 10mila sono esenti da imposte, in serie C si parte da ingaggi di un minimo di 20mila, senza considerare le tante spese che solo parzialmente sono calmierate dagli incentivi della Lega. Ecco perché ci andrei con estrema cautela perché in gioco c’è il tessuto economico e il sostentamento del movimento calcistico stesso”.

(Rodolfo Nastro)





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