Due esperienze con Alba Sannio e Durazzano in Eccellenza, poi secondo di Vincenzo Feola con Casertana, Savoia, Akragas e Pomigliano. Ma la stoffa di tecnico c’è e anche il giovane dirigente Enzo Pannone, tanto abile quanto intuitivo come suo padre Nicola, se ne accorge. Ed ecco Pasquale Suppa (nella foto) sulla ambiziosissima panchina dell’Afragolese.
IL PORTICI… FA MALE – Suppa, dalla partitissima con il Portici siete usciti piuttosto ammaccati…
“E’ vero, ma mancano ancora sette partite e ventuno punti in palio. E se a noi toccherà il Savoia domenica prossima, è altrettanto vero che i nostri avversari hanno ancora da giocare incontri delicati con squadre che, vuoi per il prestigio, vuoi per il bisogno di punti, lotteranno fino al novantesimo. E parlo dallo stesso Savoia in giù. Nulla è perduto”.
C’è qualcosa che non rifarebbe in quel match?
“Toglierei i dieci minuti finali che sono stati determinanti per la nostra sconfitta. Ancora oggi, non mi rendo conto di cosa possa essere successo. Abbiamo fatto harakiri andando letteralmente in tilt senza un motivo preciso. Forse la paura di vincere ha preso il sopravvento e ci siamo fatti travolgere. Una cosa che normalmente non dovrebbe succedere in chi è normalmente nelle zone altissime della classifica da inizio torneo ed ha esperienza da vendere”.
Ma non è che si tratta di sudditanza psicologica? Del resto tra Coppa Italia e campionato avete ottenuto solo un pareggio interno.
“Il pareggio in Coppa non fa testo. Eravamo riusciti a recuperare il due a zero dell’andata ma dopo il rigore di Fava la partita era virtualmente finita ed abbiamo smesso di crederci. Non parlerei di sudditanza, piuttosto di scarsa lucidità in momenti topici della sfida”.
A suo parere cos’ha di più il Portici rispetto a voi ed al Savoia?
“Noi, come il Savoia, veniamo da una ricostruzione dalle fondamenta. Pensi che in rosa abbiamo un solo elemento della scorsa stagione. La squadra di Borrelli, invece, è la continuazione di un progetto che risale almeno a due anni fa e continuamente migliorato in qualità e collettivo. Attualmente, a mio avviso dispongono dell’organico più importante della categoria. In più, sono determinatissimi”.
IL RITORNO DI FABIANO – In settimana il Savoia ha avvicendato Cimmino con Fabiano.
Teme una prestazione “forte” dei bianchi?
“Il Savoia ha l’assoluta necessità di vincere. Una buona prova può scaturire da questo. Ma non credo sia così, dal momento che è squadra costruita per vincere e dunque in un certo qual modo è obbligata sempre a dare il meglio nei confronti di qualsiasi avversario”.
LA PROMESSA DELLA ‘D’ – Ritiene che Afragolese e Savoia siano ancora in grado di inserirsi nel discorso promozione diretta?
“Anche per quanto detto prima, sono assolutamente convinto di si. Certo, molto dipende anche dal risultato del Giraud. Comunque non possiamo dare nulla per scontato. Del resto, se il Portici è stato bravissimo a superarci, non è detto che il Savoia non sia in grado di poter battere l’attuale capolista a domicilio”.
LE ASSENZE DEL SAVOIA – Al Savoia sabato mancheranno Tulimieri e Pianese. Un bel vantaggio non trova?
“Non lo posso nascondere. A noi però potrebbe mancare il difensore Loreto che stiamo tentando di recuperare. Ma sono certo che chiunque giochi, dall’una e dall’altra parte, fornirà il massimo contributo possibile”.
AMARCORD – Per lei, Fucci e Carotenuto il ritorno a Torre ha il sapore di un amarcord…
“Arrivo in una piazza dove abbiamo fatto qualcosa di straordinario ricevendo grandi soddisfazioni sul piano umano e professionale. Mi legano a Torre molti ricordi di quella fantastica stagione ma anche un disappunto: non aver concesso a Vincenzo Feola la chanche di misurarsi in LegaPro”.
(Matteo Potenzieri)
